Dott.ssa Cecilia Trevisani Psicologa

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L’ elaborazione del lutto

Con il termine lutto s’intende la reazione emozionale che l’individuo sperimenta nel momento in cui perde una persona significativa.

Chiunque abbia vissuto un’esperienza così dolorosa e sia riuscito a superarla può comprendere l’importanza di ricevere conforto e sostegno, scoprendo che le emozioni negative che si presentano in concomitanza di questo evento devono essere affrontate per proseguire senza intoppi il proprio percorso di vita.

Durante l’elaborazione del lutto la presenza  umore depresso, tristezza, sentimenti di vulnerabilità, rabbia e paura sono comprensibile e fisiologici, ma nel caso si protraggano per un periodo di tempo molto lungo dopo la scomparsa della persona significativa o diventino pervasivi  interferendo profondamente con lo svolgimento delle attività quotidiane dell’individuo, il rischio è che sussista qualche difficoltà nel processo di elaborazione del lutto e che si arrivi al manifestarsi di un disturbo. Numerosi sono gli elementi che influiscono su tale processo: fattori personologici, prevedibilità dell’evento, circostanze in cui la persona è venuta a mancare, tipo di relazione che si aveva col defunto, risorse del contesto in cui si vive, ecc.

Nei casi in cui si riscontrino sentimenti di angoscia, rabbia, tristezza, paura o disperazione pervasivi e disfunzionali  conviene affidarsi  all’aiuto di un professionista, che potrà accompagnare l’individuo nel delicato percorso di accettazione e superamento della perdita.

 

Più nel dettaglio, i sintomi che ciascuno di noi può provare in seguito ad una perdita si riscontrano su più  livelli:

  • A livello cognitivo si possono presentare difficoltà di concentrazione, lievi stati confusionali, disorientamento, illusioni sensoriali, idee suicidarie transitorie, pensieri ricorrenti relativi al proprio caro scomparso.
  • A livello emozionale si può provare tristezza, impotenza, disperazione, paura, rabbia, solitudine e stordimento.
  • A livello comportamentale possono comparire pianto, disturbi del sonno, diminuzione delle attività quotidiane, disturbi del comportamento alimentare e dipendenza dagli altri.
  • A livello somatico si può assistere ad una diminuzione dell’energia, dolori muscolari e alla comparsa di sintomi psicosomatici.
  • A livello relazionale si può riscontrare una tendenza all’isolamento.

 

I disturbi mentali che insorgono più frequentemente a causa di un blocco di elaborazione dell’esperienza luttuosa sono: Disturbi dell’Umore, Disturbi d’Ansia, Dist. Post-traumatico da stress, Disturbi Somatoformi (psicosomatici), irritabilità o rabbia cronica, e, più raramente, autolesionismo.

Nei bambini sono molto frequenti anche i Disturbi della condotta e il Disturbo d’ansia da separazione.

 

L’elaborazione del lutto può avere durata e decorso diversi per ciascun individuo e comprende sia le reazioni emotive personali, che i rituali associati alla gestione perdita della persona cara (andare al funerale, scrivere lettere, recarsi in posti significativi per il defunto, portare con sé fotografie o altri oggetti legati alla persona che è venuta a mancare, ecc.).

 

Secondo J. Bowlby, psicoanalista britannico e padre della Teoria dell’Attaccamento, le fasi del lutto possono essere suddivise come segue:

 

  • STORDIMENTO: la persona non si rende ancora conto di quello che è accaduto e può esperire vissuti di incredulità e disorientamento.
  • RICERCA E STRUGGIMENTO: in questa fase si assiste a comportamenti di protesta e dominano sentimenti di rabbia e tematiche di ingiustizia e di responsabilità riguardo l’accaduto.
  • DISORGANIZZAZIONE E DISPERAZIONE: è la fase che solitamente dura di più e in cui la persona entra in contatto con i sentimenti dolorosi di perdita (pianto, disperazione, ecc.).
  • RIDEFINIZIONE DI SE’ E DELLA SITUAZIONE: la persona riorganizza la propria identità ed esperienza in funzione della perdita subita.

Ad oggi si è ridotta tantissimo la capacità delle persone di sopportare il dolore. Di conseguenza spesso si fa ricorso all’utilizzo di farmaci (antidepressivi e ansiolitici) per “tamponare” il sopraggiungere delle emozioni negative fisiologiche legate alla perdita. Il rischio maggiore è che si riduca di molto la nostra capacità di autoregolare le emozioni e che il normale stato d’animo legato alle fasi di risoluzione del lutto venga connotato in termini patologici.

Tutto ciò può essere da ostacolo a una naturale elaborazione della perdita, poiché solo se si tollera il dolore è possibile superare il lutto.