Dott.ssa Cecilia Trevisani Psicologa

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Social Network: Identità e relazioni sociali in pericolo?

I Social Network sono veri e propri cyberspazi, luoghi virtuali, in cui avviene la formazione ed il mantenimento di gruppi amicali e comunità virtuali tramite il monitoraggio del profilo di ogni utente e  la condivisione di gusti, abitudini e atteggiamenti.

Tali piattaforme hanno il vantaggio di aumentare il senso di appartenenza delle persone a gruppi sociali, di facilitare i contatti con gli altri e di agevolare la comunicazione per coloro che hanno difficoltà nell’interazione faccia a faccia ed esperiscono vissuti di solitudine ed isolamento.

La principale conseguenza dell’avvento dei Social Network è che le modalità tradizionali di apprendimento e di relazione si stanno man mano modificando.

Ma qual è l’impatto di questi cambiamenti epocali sull’individuo?

Per i nativi digitali, ovvero la generazioni nate dagli anni ’90 in poi, che sono cresciuti usando i nuovi media, l’utilizzo della rete costituisce una quota importante delle loro esperienze sociali, educative, professionali e commerciali. Di conseguenza i rischi connessi all’utilizzo dei Social Network  sono maggiori in questa fascia di popolazione. Vediamone alcuni:

 

  • l’utilizzo di questi strumenti può ostacolare il processo di separazione-individuazione che gli adolescenti devono affrontare per costruirsi un’identità ben integrata e differenziata da quella genitoriale. I Social Network, infatti, possono concorrere alla formazione di un’identità frammentata che, seguendo la logica della desiderabilità sociale e del bisogno di approvazione altrui, va ad adattarsi ogni volta al contesto con cui la persona si trova ad interagire. I giovani d’oggi sembrano essere sempre più dipendenti dal giudizio dell’altro e dall’apparire e fanno fatica a strutturare un senso di sé stabile e coeso.

 

  • nell’ottica della libertà di pensiero e della spontaneità, sui Social Network quasi tutto sembra concesso, per cui capita che vengano pubblicati contenuti di cui in futuro ci si potrà pentire.

Foto senza veli, filmati in cui si compiono atti di bullismo o violenza, post contenenti insulti o opinioni discriminanti rimangono in rete e possono avere diffusione virale, con potenziali ripercussioni psicologiche devastanti per l’individuo.

 

  • L’utilizzo delle piattaforme online ci dà l’illusione di essere multitasking, ovvero capaci di fare più cose diverse contemporaneamente, come chattare, leggere, postare contenuti e fare giochi online. Tutto ciò però ci rende meno efficienti, meno capaci di mantenere l’attenzione, di concentrarci sui compiti e di memorizzare informazioni.

Durante il periodo dello sviluppo, quest’abitudine può concorrere alla formazioni di gravi disturbi, quali il Disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD).

 

  • In molti sottolineano il rischio di un impoverimento culturale. I nativi digitali possono far più fatica ad approcciarsi alle informazioni trovate in rete con senso critico e possono accontentarsi di informazioni superficiali ed errate per approfondire la propria conoscenza. La molteplicità di informazioni reperibili, molto spesso incomplete, discrepanti tra loro e provenienti da fonti poco attendibili, può portare a difficoltà nel selezionare quali informazioni fare proprie, per cui l’individuo si trova a strutturare la sua conoscenza secondo criteri di popolarità dei contenuti e di adesione all’opinione altrui.

 

  • la comunicazione online differisce enormemente per tempi, modalità e finalità da quella faccia a faccia e manca della componente non verbale, che è fondamentale per una corretta interpretazione dei messaggi. Di conseguenza, nelle chat online è più difficile leggere l’intenzione comunicativa di chi scrive e decodificarne gli stati emotivi. Il rischio è che, circoscrivendo una buona parte dell’attività sociale alla rete, i giovani non facciano più sufficiente pratica di relazioni dirette con l’altro, col risultato di ritrovarsi socialmente più incompetenti e meno flessibili nell’affrontare gli scambi sociali richiesti dal mondo reale.

Con l’avvento delle nuove tecnologie e dei Social Network sono aumentate le possibilità di accesso alle informazioni, di diffusione della conoscenza, di comunicazione e di aggregazione sociale; d’altro canto è cresciuto il rischio di appiattimento e banalizzazione della conoscenza, di omologazione, di individualismo, di isolamento sociale, di violazioni della privacy e di stress psicologico da uso di tecnologie (technostress).

Questi cambiamenti non possono essere definiti come vantaggiosi o svantaggiosi in senso assoluto, ma bisogna imparare a conoscere benefici e rischi connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie per adattarsi in maniera critica e flessibile all’inevitabile cambiamento che esse comportano.

La figura di un adulto può essere utile per vigilare sui ragazzi e monitorare il loro utilizzo dei Social Network e per coadiuvarli nel processo di crescita, aiutandoli a trovare punti di riferimento, a sviluppare un senso critico e a bilanciare nella loro vita realtà virtuale e reale.

 

Bibliografia e Approfondimenti

Kujath B.S. (2011). Facebook and MySpace: Complement or Substitute for Face-to-Face Interaction? Cyberpsychology, Behavior and Social Networking; 14:75-8.

Mazzuchelli C. (2014). La solitudine del social networker. Delos Store.

Menduni  E., Nencioni G, Pannozzo M. (2011). Social network: Facebook, Twitter, YouTube e gli altri: relazioni sociali, estetica, emozioni. Mondadori Università.

Zhao S., Grasmuck S., Martin J. (2008). Identity construction on Facebook: Digital empowerment in anchored relationships. Computers in Human Behavior; 24, 1816-1836.

Tonioni F. (2013). Psicopatologia web-mediata: Dipendenza da internet e nuovi fenomeni dissociativi. Springer.