Dott.ssa Cecilia Trevisani Psicologa

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Trauma psicologico ed eventi di vita

Nei modelli psicologici di malattia mentale gli elementi chiave coinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo dei disturbi mentali sono i fattori personologici,  la predisposizione genetica, il rapporto madre-padre-bambino, i fattori esperenziali e gli eventi di vita.

Per questo motivo l’identificazione degli eventi di vita potenzialmente traumatici risulta fondamentale per la prevenzione e il trattamento dei disturbi mentali.

Alcuni autori (Cosci et al., 2004) differenziano gli eventi di vita in precoci e recenti.

Gli eventi precoci vanno interpretati come fattori di rischio per lo sviluppo dei disturbi psichiatrici in età adulta e comprendono accadimenti della vita verificatisi nell’infanzie e adolescenza, ovvero nel periodo di formazione fisica e psicologica dell’individuo.

Gli eventi recenti sono invece fattori scatenanti della patologia psichiatrica che si verificano in epoca adulta e tipicamente nei 6-12 mesi precedenti l’episodio di malattia.

Tali eventi di vita non determinano direttamente l’esordio di disturbi mentali, ma lo favoriscono agendo in associazione con gli altri elementi sopracitati.

La potenziale traumaticità di un evento è soggettiva e gli eventi potenzialmente traumatici non includono solo situazioni limite fuori dal comune (disastri naturali, incidenti, aggressioni, malattie gravi ecc.), ma anche esperienze meno conclamate di maltrattamento, incuria, trascuratezza o mancanza di accudimento, precoci e ripetute.

Nella classificazioni dei disturbi mentali (APA, 2000) solo le diagnosi di Disturbo Post-traumatico da stress e Disturbo acuto da stress contemplano al loro interno come fattore scatenante l’evento traumatico.

Il Disturbo Post Traumatico da Stress si manifesta in conseguenza di un fattore traumatico durante il quale l’individuo ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o altrui. Inoltre, la risposta della persona ha comportato paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore e l’evento traumatico viene rivissuto persistentemente:

  • con ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi (immagini, pensieri, percezioni);
  • con sogni o incubi;
  • agendo/ sentendo come se l’evento traumatico si stesse ripresentando;
  • con disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico;
  • con reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.

Infine l’individuo evita persistentemente gli stimoli associati al trauma e vi sono sintomi persistenti di aumentata attivazione fisiologica (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, irritabilità o scoppi di collera, difficoltà a concentrarsi, ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme).

In realtà i sintomi che si presentano in seguito ad un evento traumatico possono essere molteplici e  nella pratica clinica vediamo che il trauma psicologico può sfociare in numerosi altri disturbi, come i Disturbi d’ansia, i Disturbi dell’adattamento, i Disturbi dissociatici e i Disturbi di personalità.

Diversi autori (Liotti & Farina, 2011, Van der Kolk, 2005, Herman, 1992) hanno proposto di aggiungere un  diagnosi (PTSD complesso/ Disturbo Traumatico dello Sviluppo) che contempli gli esiti psicopatologici di traumi relazionali ripetuti e cumulativi subiti nell’infanzia. Tali autori concordano nell’affermare che i soggetti con questi itinerari di sviluppo sono abituati ad avere il sistema di difesa sempre attivato. Il perdurare di tale attivazione impedisce alla persona di utilizzare le funzioni superiori della coscienza e di esercitare la metacognizione, di conseguenza il soggetto non è in grado di integrare le memorie traumatiche all’interno della propria esperienzae presenta stati dell’Io molteplici e frammentati.

In questi casi l’intervento psicologico può essere utile per elaborare gli eventi traumatici irrisolti tramite l’integrazione delle informazioni, dei pensieri, delle immagini e delle emozioni collegate all’evento.

 

Bibliografia:

  1. Cosci, C. Cecchi, S. Valgiusti, C. Faravelli (2004). Rapporti tra Life Events e Patologia Psichiatrica Nóos; 3: 187-214.
  2. Liotti & B. Farina (2011). Sviluppi traumatici, Cortina Ed.